Gli diversi approcci


Come spiegato nella parte « Definizione dell’osteopatia », l’approccio osteopatico non è l’applicazione di protocolli prestabiliti. Un buon osteopata valuta ogni paziente caso per caso, per determinare le tecniche e i consigli più adatti. Di conseguenza, deve combinare diversi approcci.

Approccio strutturale

Il corpo si compone di diverse ossa, tenute insieme da sistemi capsulo-legamentosi per formare le articolazioni, così come da muscoli che ne consentono la mobilità. Riguarda la struttura del corpo, che consente di stare in piedi e di muoversi.

L’osteopata lavora quindi su queste strutture tramite tecniche muscolari o articolari.

Vari fattori possono essere all’origine di disturbi di questo sistema; sono descritti in dettaglio in questo diagramma.

Caduta sport osteopatia
Trauma chirurgico patologia

Approccio fasciale

La fascia è un tessuto trasparento composto principalmente d’acqua, collagene ed elastina.
Circondano le nostre ossa, i nostri muscoli, i nostri organi ed il nostro sistema vascolare.
In virtù della loro composizione, costituiscono tra l’altro un tessuto di sostegno ma anche di scorrimento tra la maggior parte delle strutture del corpo.

Approccio viscerale

Il sistema viscerale rappresenta gli organi contenuti in una delle tre cavità del tronco: faringe, laringe, esofago, cuore, polmoni, nonché stomaco e intestino, fegato, pancreas e organi genito-urinari.

A causa dei loro legami (compreso il diaframma), delle loro innervazioni e di un meccanismo di movimento involontario descritto dall’osteopatia, le viscere sono fisiologicamente in movimento.

Tuttavia, diversi fattori possono causare malfunzionamenti. Il ruolo dell’osteopata è quindi quello, per mezzo di diversi test, di valutare l’esistenza o meno di una mancanza di mobilità.

Se c’è una limitazione della mobilità, ne possono scaturire dolore e disturbi posturali, a loro volta fonti di dolore.

viscerale pancia alimentazione
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Approccio cranio-sacrale

Il cranio è composto da diverse ossa. Fisiologicamente, c’è una mobilità tra di loro nel corso di tutta la vita.

Dentro la parte ossea del cranio, ci sono diverse membrane che racchiudono il cervello ; la più superficiale delle quali è chiamata « dura-madre ». Questa continua all’interno della colonna vertebrale fino all’osso sacro e infine al coccige. Dal cranio al coccige ci sono diversi punti di connessione.

Per via di questo legame, anche l’osso sacro ha una mobilità, che deve essere sincrona con il cranio per essere considerata fisiologica.

Durante le sedute, l’osteopata verifica che anche questa condizione sia presente.

A volte succede che la mobilità di questa struttura chiamata « asse cranio-sacrale » sia compromessa. Facciamoalcuni esempi:

Uno shock alla testa può portare alla mancanza di mobilità locale sul cranio che potenzialmente influenzerà la mobilità del sacro. Lo stesso può avvenire nel caso di rinite o delle otite croniche, che disturberanno la mobilità locale del cranio e quindi avranno un impatto in particolare sul sacro / coccige.
Ancora, una caduta sui glutei, o un incidente stradale avranno un impatto sulla mobilità delle membrane, e dunque delle strutture a cui si attacca.

In genere, sono soprattutto le conseguenze di questa mancanza di mobilità che li porteranno a richiedere un consulto: vedi diagramma a lato