Principi dell’osteopatia


Fondazione

L’osteopatia è stata creata alla fine del XIXe secolo da un dottore di nome Andrew Taylor Still.

Nato da padre medico, studia anche medicina, praticando durante la guerra di secessione. La pratica medica e chirurgica gli permettono di acquisire una conoscenza dell’anatomia particolarmente avanzata.

Nonostante le sue capacità, nel 1865 quattro dei suoi figli morirono di meningite. Traumatizzato dall’incapacità della sua professione di salvarli, comincia a porsi ulteriori domande sul funzionamento del corpo umano. Si riferisce a diversi branche della medicina, e comprende che l’equilibrio della salute dipende dall’equilibrio tra i sistemi osseo, muscolare, viscerale, nervoso e circolatorio.

Dopo più di quattro anni passati a sviluppare la sua palpazione, A. T. Still riesce a guarire nel 1874 diciotto bambini affetti da dissenteria (una malattia infettiva che causa una grave diarrea). Allo stesso tempo, sta stabilendo per la prima volta i principi dell’osteopatia, e si consacra interamente a questa pratica: « cercare la causa, rimuovere l’ostruzione ».

Di fronte ai successi medici, fonda nel 1892 la prima scuola di osteopatia a Kirksville, l’American School of Osteopathy.

Oggi, una buona formazione osteopatica coinvolge basi solide, in particolare in anatomia, biomeccanica e fisiologia relative alla prevenzione e al ripristino della salute. I concetti dell’osteopatia si possono dunque applicare a ciascuna specialità medica.

L’osteopatia: che cos’è?

L’osteopatia è una scienza che si occupa di disturbi funzionali, in quanto essi possono alterare lo stato di salute.

 

Consiste in primo luogo nell’identificare dell’origine dei diversi disturbi funzionali, attraverso una comprensione globale del paziente. Successivamente, dunque, si occupa di ristabilire le relazioni di mobilità di queste strutture, per garantire un buon funzionamento del corpo.

Solo trovando e trattando la primarità dei disturbi essi non si ripresenteranno.

L’osteopatia non pretende di curare tutto. Ricordiamo che un buon osteopata lavora « mano nella mano » con altri medici e terapisti, e che non rifiuta l’uso di farmaci.

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L’osteopatia: che cosa fa un osteopata?

Il corpo umano può essere disturbato da vari fattori e di conseguenza ritardare la propria guarigione, causaredolore e compromettere la salute.

Dunque, l’attenzione dell’osteopata è sul corpo ma anche sull’ambiente dei suoi pazienti.

Senza presa in carica, se una struttura del corpo presenta una mancanza di mobilità (e quindi potenzialmente un disturbo nel suo funzionamento), ci sarà un impatto locale ma anche, in un secondo momento in base all’intensità, un impatto regionale o addirittura generale sul corpo, a causa dei collegamenti meccanici, neurologici e/o vascolari.

Il corpo cercherà dunque d’adattarsi. Inizialmente, prenderà appoggio sul sistema musculare, poiché è uno schema di adattamento veloce e facilmente regolabile. Tuttavia, il muscolo è un grande consumatore di energia. L’organizzazione cercherà quindi un’altra soluzione che le consenta di attingere di meno alle proprie risorse. Appare così il disturbo funzionale.

A.T. Still ha dimostrato che le strutture del corpo e le funzioni che esse devono svolgere sono interdipendenti, cioè le strutture devono essere mobili (e innervate, vascolarizzate senza costrizioni) per svolgere le proprie funzioni.

Al contrario, se una struttura del corpo inizia a perdere mobilità, la sua funzione viene disturbata, con conseguente disturbi funzionali.